
Dall'introduzione
Il lavoro che finisce
La tendenza del sistema va verso una disoccupazione strutturale di massa. Con la rivoluzione industriale i posti di lavoro perduti nell’agricoltura furono in parte recuperati nell’industria. La progressiva automazione ha fatto perdere posti di lavoro nell’industria, in parte recuperati nei servizi. Ora si prospetta una progressiva automazione anche nei servizi. Sta scomparendo la figura del bigliettaio nei trasporti pubblici, il personale negli uffici e nelle banche viene ridotto drasticamente, come i commessi dei supermercati. Sono già in produzione auto e mezzi di trasporto che non hanno bisogno del guidatore. Il risalto che è stato dato al primo incidente stradale in cui è incorsa un’auto dalla guida completamente automatica è probabilmente l’estrema difesa dei produttori tradizionali non ancora attrezzati per questa nuova rivoluzione tecnologica. Che sarà presto una certezza.
Le Stampanti 3D ridurranno ulteriormente e drasticamente i posti di lavoro nell’industria, nell’artigianato e nell’edilizia. Il personale addetto alla produzione e alla manutenzione dei nuovi macchinari non sarà mai tanto numeroso quanto quello che sarà espulso dai processi produttivi.
Gli unici posti di lavoro che resteranno saranno quelli del personale tecnico specializzato, della manovalanza generica, dei servizi alla persona e delle libere professioni.
Una piccola minoranza della popolazione teoricamente in età di lavoro sarà di fatto impiegata in modo continuativo. Quella minoranza produrrà e distribuirà tutto il necessario.
L’automazione è un processo inarrestabile perché inarrestabile è l’esigenza di aumentare la produttività in un sistema di libera concorrenza. Più macchinari e meno personale. Questo comporta una caduta tendenziale del saggio del profitto, essendo il profitto determinato soprattutto dallo sfruttamento di una manodopera in costante diminuzione. Ma il profitto è il fine del sistema, per cui la tendenza al suo calo è la contraddizione fondamentale del sistema stesso.
Raramente si leggono questi rilievi, forse perché su di essi ha insistito Marx e non sia mai che la sua barba venga rievocata. La massiccia immigrazione che mette a disposizione manovalanza generica può essere letta come un tentativo di contrastare la caduta tendenziale del saggio del profitto. I problemi sociali che essa provoca fanno però sì che il sistema non possa trarne tutti i benefici che vorrebbe.
In conclusione, si va verso percentuali di disoccupazione sempre più elevate. Una minoranza della popolazione produrrà tutto il necessario.
Cosa fare della maggioranza che resterà esclusa dal mercato del lavoro per lunghi periodi o addirittura per l’intera vita? Da queste considerazioni nasce la proposta di un Reddito di Cittadinanza (RdC). Proposta ancora nebulosa e contraddittoria.
Sommario
Introduzione
Rivoluzione totale, non misura a sé stante
Ad esempio
Il lavoro che finisce
Cos’è il reddito di cittadinanza
Denaro
Sanità
Istruzione
Pensioni
Le obiezioni al RdC
L’obiezione più seria
Conclusioni
NOTE
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI ESSENZIALI